Domenico Scafoglio il "professore" di PULCINELLA

 


DOMENICO SCAFOGLIO

Ci sono i moschettieri del Re e ci sono i moschettieri di Pulcinella e, i loro nomi non  sono Athos, Porthos, Aramis e Dartagnan ma Gianbattista Vico, Roberto de Simone, Franco Carmelo Greco e Domenico Scafoglio (solo per citare alcuni nomi più noti). Tutti per Pulcinella, Pulcinella per tutti.
Sono filosofi, storici, studiosi ma, soprattutto appassionati della napoletanità e della maschera e hanno prodotto dei saggi su di essa che sono delle vere e proprie opere d'arte.

Domenico Scafoglio 

Nasce  a Savelli (KR), laureato col massimo dei voti in lettere classiche all'Università di Napoli nel 1962 con tesi in Archeologia, è stato professore ordinario di Antropologia culturale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Salerno.
 Ha insegnato all’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, all’Università della Calabria. Ha tenuto anche corsi, conferenze e lectiones magistrales alle Università di Nizza, all’UAM di Città del Messico, all’Università di Morelia e del Guatemala.
Precedentemente ha insegnato e tenuto lezioni in varie università in Italia e in Francia. 
È autore di 34 volumi e una novantina di saggi brevi pubblicati su riviste italiane e straniere. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Pulcinella. Il mito e la storia (1992), L’altalena (1994), Il gioco del lotto a Napoli (1995) e Lazzari e giacobini (1999). 
Ha fondato e dirige “ll Laboratorio Antropologico per la Comunicazione Interculturale” e “Il Turismo” del Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Università di Salerno. Ha inoltre ideato e diretto corsi di perfezionamento post-lauream. 
Dirige la collana Il Minotauro della casa editrice Avagliano ed è presidente della associazione “La Rete”. - Associazione per l'unificazione dei Saperi Antropologici, Letterari, Filosofici, Psicologici" con sede in Napoli. 
E’ co-fondatore e condirettore della rivista “Quaderni di Antropologia e Scienze umane” dell’Università di Salerno”. 
Ha condotto ricerche nei territori più consolidati del lavoro antropologico e in aree d'interferenza multidisciplinare, in cui le tematiche antropologiche risultano connesse in modo particolare con quelle storiche, letterarie, psicologiche e filosofiche. 
Ha pubblicato quarantadue volumi e 168 saggi su riviste italiane, francesi, tedesche, statunitensi e latinoamericane.

I suoi studi si collocano in zone di interferenza in cui si incontrano in forme originali l’antropologia, la letteratura, la storia, la linguistica e la psicologia, e fondano le riflessioni teoriche sui risultati di ricerche pluriennali, condotte sul campo o negli archivi, che hanno attraversato territori pressoché inesplorati: i comportamenti della plebe a Napoli nella rivoluzione del 1799, la presenza delle donne nelle bande brigantesche dell’Italia postunitaria, la cultura dell’invidia nel Meridione, i rapporti tra la letteratura e l’antropologia, le teorie e le tradizioni del comico, la possessione diabolica, il Carnevale napoletano dei secoli XVII-XVIII, la cultura del lotto, la storia dell’antropologia. A Padula ha dedicato numerosi saggi e i volumi Storia di una censura (1979), L’immaginazione filologica (1984) e V.P. – Storia di una negazione e di una riscoperta (1918).

Bene, dopo questa biografia, sapientemente scopiazzata di qua e di là, veniamo all'argomento di nostro interesse: Pulcinella. Sono diversi gli scritti in cui il professor Scafoglio scrive di Pulcinella. Eccone alcuni:

Pulcinella il mito e la storia



Il volume Pulcinella il mito e la storia, scritto insieme a Luigi M. Lombardi Satriani: una vera propria enciclopedia su Pulcinella, in cui sono indagati e approfonditi tutti gli aspetti, da quelli più noti a quelli meno conosciuti della maschera partenopea. Diavolo e gallinaccio, maschera del buffone e del servo, emblema dell'irriverenza candidamente oscena e ambiguamente ermafrodita,

Pulcinella attraversa quattro secoli del teatro e della tradizione artistica e non solo. Viene spesso associato a Napoli, sia nel senso che attraverso la sua maschera i napoletani hanno elaborato la più completa immagine di se stessi, sia nel senso che, storicamente, la maschera è stata assunta dal resto di'Italia e da tutto il mondo per rappresentare i tratti antropologici di Napoli.
In effetti, molte caratteristiche di Pulcinella corrispondono ad alcuni tratti salienti della "napoletanità": il barocco popolaresco associato al patetismo e alla sua controparte ironica, la parodia e lo sberleffo; la carnalità ossessiva e un po' ambigua; la logorrea astratta e il doppio senso osceno; la gestualità vivace e pittografica.
Dopo aver esaminato la figura di Pulcinella nella sua molteplice funzione di <mediatore culturale >, il libro ne illustra la nascita nel Seicento all'interno della Commedia dell'Arte, prosegue con le rielaborazioni dell'opera buffa nel Settecento e si completa con le diverse reinterpretazioni offerte nell'Ottocento dalla tradizione del teatro colto e semicolto.
Non poteva mancare, a conclusione del volume, uno sguardo su Pulcinella come maschera del folklore e del carnevale napoletano. (dalla quarta di copertina del libro.)



Il carnevale Napoletano
Storia, maschere e rituali dal XVI al xIx secolo 

Il Carnevale napoletano del Seicento e del Settecento è stato una delle più grandi feste europee. Qui se ne ricostruiscono tutte le ricchissime forme e manifestazioni oggi dimenticate o sconosciute. Nel Carnevale storico si "mettevano in scena" i tre principali gruppi sociali l'aristocrazia, il ceto delle corporazioni e dei mestieri, la plebe.
La nobiltà prediligeva i veglioni, i balli in maschera a corte e le "uscite dal Serraglio" in cui o il fasto barocco, l'eleganza dell'abbigliamento e la sontuosità degli apparati festivi.
Le sfilate dei carri e delle quadriglie caratterizzavano il Carnevale delle arti e corporazioni napoletane in cui risaltavano l'ostentata abbondanza di merci, in particolare alimentari.
Ma era nel Carnevale popolare che la festa trovava la sua espressione più viva e sfrenata al limite dell' oscenità dalle maschere (come la
Vecchia di Carnevale con Pulcinella, il Medico, il Cavadenti, Don Nicola) alle scenette scurrili della Zeza o del Ballo dei Turchi, dai saccheggi della Cuccagna ai lanci di uova e ortaggi.
Persino il clero, nell'organizzare l'Anti-Carmevale delle Quarantore veniva coinvolto in una logica carnevalesca. 
(dalla quarta di copertina del libro.)

 



Pulcinella. L'eroe comico nell'area euro-mediterranea

curando un catalogo di quasi 500 pagine per l'Università di Salerno: Pulcinella. L’eroe comico nell’area euromediterranea, che già annuncia ulteriori sviluppi secondo un nuovo progetto di ricerca inteso a svelare possibili relazioni di Pulcinella con altre figure consimili nella cultura planetaria, ricca di folletti, apparizioni, e trickster (burloni divini).
Spingendosi al di là dei consueti modelli interpretativi, i saggi qui editi, presentati al Convegno Pulcinella. L’eroe comico popolare nell’area euromediterranea, voluto dal Laboratorio antropologico dell’Università di Salerno, si avvalgono di esperienze e competenze internazionali per approfondire su scala planetaria la conoscenza delle figure dei trickster e delle loro trasformazioni odierne nella loro dimensione etnica e nell’universalità che fa di essi una necessità ineliminabile della cultura.


Candidatura di Pulcinella a patrimonio immateriale dell’umanità


Domenico Scafoglio inizia, nel marzo 2016  la costituzione di un Comitato Pro Pulcinella  per la candidatura di Pulcinella alla lista dei beni immateriali UNESCO.  Sono stati necessari diversi anni di ricerche per raccogliere i materiali, in gran parte inediti, da destinare al sito web: circa duecento pagine di testi corredati da un commento visivo e sonoro di trecento immagini, foto, video e musiche. E tra le immagini del sito ci sono anche alcune cose comparse su questo Blog e, addirittura, alcune pagine del mio fumetto PULCINELLEIDE.

Non meno impegnativa la costituzione del catalogo realizzato in collaborazione con la Simbdea (Società Italiana per la Museografia e i beni Demoetnoantropologici). Una vera e propria mappatura, fino a oggi inesistente in Campania, ma necessaria all’iter della candidatura: trentacinque schede, resoconti etnografici, costruiti mediante la ricerca sul terreno delle aree in cui è presente e viva la maschera di Pulcinella




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