GIANNI CROSIO e la genealogia di Pulcinella (toh, guarda. Pulcinella è un POLLO)

 Sono tante le presunte "genealogie di Pulcinella. Secondo alcuni esso nasce dalla lava del vesuvio, secondo altri è generato dalla testa della musa Talìa, secondo altri ancora viene al mondo da un uovo.

In molti, gli stessi che affermano che Pulcinella sia nato pulcino, amano portare a sostegno di questa teoria questa "filastrocca" recitata da tanti ma qui magistralmente interpretata da uno dei più grandi Pulcinella mai esistiti: Gianni Crosio (leggi un articolo su Gianni Crosio qui).


 Riferendosi alla natura di gallinaceo di Pulcinella, Annibale Ruccello  (Castellammare di Stabia, 7 febbraio 1956 – Roma, 12 settembre 1986) è stato un commediografo, attore, regista teatrale e saggista italiano nel suo libro "scritti inediti: una commedia e dieci saggi" scriveva...

Senz’altro più verosimile la rilevata affinità con il napoletano “pulciniello”, diminuitivo di “pullicino” (pulcino). 
A suffragare tale derivazione vi sono notevoli argomenti a partire dal frontespizio della Raccolta di vari Vestimenti ed Arti del Regno di Napoli, disegnata nel 1773 da Pietro Fabris dove sono rappresentati tre Pulcinella, uno in piedi, uno gobbo ed uno che, sporgendosi dal guscio di un uovo rotto, agguanta un piatto di maccheroni.  
 
D'altronde, «(...) Crediamo opportuno evidenziare che molte maschere oltre il Pulcinella si presentano con aspetti di gallinacei. In merito alla tradizione napoletana, le più famose testimonianze sulle maschere ci sono offerte da una serie di incisioni di J. Callot, che ai saltimbanchi di piazza del Castello (Napoli) si ispirò per isuoi disegni dei Balli di Sfessania (1622). 

 

Molte delle maschere effigiate portano nomi come Cucurucù, Cuccurugnà, Cucubà che chiaramente alludono al verso della gallina e del gallo. Tutte le figure presentano atteggiamenti da gallinacei, portano perlopiù due lunghe penne sulla testa ed atteggiano gambe e braccia piegate nei classici movimenti del gallo e delle oche in genere. 

Più esasperati ancora nei gesti si presentano i capitani (capitan Spessa Monti, capitan Mala Gamba, Capitan Sgangarato ecc.) i quali, ornati di piume, sono chiaramente dei galli con atteggiamenti combattivi e allusivamente osceni (hanno tutti un corno eretto tra le gambe). 
Per molti versi sembrano insomma ricollegarsi al Priapo pompeiano raffigurato come gallo ugualmente itifallico

Nelle stesse stampe del Callot poi, ricorre un Meo Squaquara che evidentemente si riferisce allo starnazzare delle oche e un Pulliciniello con signora Lucrezia (Zeza).[?...] 

In riferimento al nostro Pulcinella secondo i documenti storici, un’importantissima testimonianza ci deriva da un medaglione stampato in onore di Scaramuccia (Tiberio Fiorillo n.d.r. figlio di Silvio Fiorillo, famoso Pulcinella del secolo XVI. 

 

 


Su tale stampa è effigiato lo stesso Scaramuccia circondato simbolicamente da strumenti musicali e a sinistra da una grande oca con molte papere e pulcini che escono dalle uova. 
In basso a tale rappresentazione si legge in omaggio allo stesso Scaramuccia ineguagliabile Pulcinella: 

Al grande Scaramuzza Memeo Squaquara de civitate Partenopensi, Figlio de Tammero e Catammero Cocumero Cetrule e de Madama Papera Trentova...”. 

C’è qui da sottolineare che un Meo Squaquara è riportato come maschera di piazza Castello già dal Callot nel 1622. Ma più interessante in tale documento appare l’attributo di Cetrulo che è tuttora vivo nella tradizione come appellativo di Pulcinella e la dicitura che dichiara tale maschera, figlia de Madama papera Trentova». (da "scritti inediti: una commedia e dieci saggi"  di Annibale Ruccellio)

 Ovviamente, lungi da me voler contestare quanto scritto da Ruccello ma, probabilmente, mi faccio piccolo piccolo, chiedo scusa ma... forse... insomma... la frase riportata (come poi si legge chiaramente nello stesso testo di Ruccello) sul citato medaglione era riferita proprio a Scaramuzza e non a Pulcinella (anche se il Fiorilli è stato anche un ottimo Pulcinella).



Giusto per chi ama le cose relative alla TV del passato, voglio ricordare che stiamo parlando di "quel" Tiberio Fiorilli interpretato da Domenico Modugno nella miniserie televisiva in cinque puntate trasmessa a partire dal 1965 SCARAMOUCHE.



Dovrei avere da qualche parte un file audio in cui Carlo D'angiò, uno dei fondatori della NCCP, canta una canzone in cui cita il suddetto pedigree pulcinellesco. Se lo trovo lo caricherò qui. Nel frattempo vi annuncio che ho trovato una di quelle mie famose VHS con, addirittura un intero scketc di Pulcinella interpretato da Gianni Crosio. A breve pubblicherò il risultato di questo prezioso "ritrovamento".




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