Andrea Calcese, il primo vero Pulcinella

 


Tutti vi diranno che il primo Pulcinella è stato Silvio Fiorillo (qualcuno afferma che, prima di lui lo è stato il padre Tibero). Un realtà, quando Fiorillo recò la maschera su teatro la maschera di Pulcinella  questa ormai era già popolare nelle piazze.

Certamente Silvio Fiorillo ha scritto "La Lucilla costante con le ridicole disfide e prodezze di Policinella", dove appare  per la prima volta un  Pulcinella in un testo scritto ma, quel suo proto-pulcinella  aveva poco in comune con la maschera che conosciamo oggi. (In verità la prima volta che ci si imbatte nel Pulcinella in un lavoro letterario è nel "viaggio di Parnaso" scritto nel 1621 dallo scrittore napoletano Giulio Cesare Cortese

Fu proprio Andrea Calcese che ne definì le caratteristiche e che, di fatto, creò il Pulcinella moderno.

La data di nascita di Andrea Calcese, secondo l'enciclopedia treccani, non è nota, secondo altre fonti, vedi wikipedia, essa avviene nel 1595 ad Acerra (o a Napoli)

Secondo quanto è riportato nell' "idea della storia dell'italia letterata esposta di Giacinto Gimma"

"Silvio Fiorillo, commediante, che appellar si faceva il Capitan Matamoros, inventò il Pulcinella Napoletano, e collo fluido e grazia naturale molto aggiunse Andrea Calcese, detto Ciuccio per soprannome, il quale fu sartore, e morì nella pesta dell'anno 1656, imitando i villani dell'Acerra città antichissima di terra di lavoro poco distante da Napoli, come afferma il Perrucci (nel libro "dell'arte rappresentativa premeditata ed all'improvviso")), che deride l'Abate Pacichelli, perchè crede essere stato invenzione di Andrea Ciuccio Giurilconsulto che li abbia fato a farlo su i pubblici teatri."

 insegnò poi a sua volta a Mattia Barra e Michele Fracanzano (V.). Fiorì nel 1660, circa, e fu molto applaudito a Napoli. Dal Perucci (Arte rappresentativa, Parte II, p. 333) apprendiamo, come nè il Baldi, nè il Calcese fosser comici di molta istruzione, ma d’ingegno naturale prontissimo. Ecco le sue parole : 

« Graziosissimo nelle sciocchezze facendo da Policinella, ho conosciuto un Francesco Baldi imitatore d’Andrea Calcese detto Ciuccio, che mi dicono essere stato impastato di grazia ; e pur costoro non sapeano che fusse rettorica, nè arte di facezie, nè sali per arte ; ma per natura. »

il Buonomo e Calcese si riunirono fin dal 4 marzo 1618 debuttando sul loro antico palcoscenico il 23 aprile 1619.  E Calcese aveva indossatto per la prima volta il camiciotto bianco e la maschera e il "coppolone" di Pulcinella (...) Calcese (delle maschere precedenti) aveva attinto la più viva e significante espressione istrionica, prima di acquistare un suo stile nella caratterizzazione dello "zanni" aulico. Pulcinella era finalmente napoletano...

("storia del teatro napoletano"  di Vittorio Viviani)

Pulcinella alla taverna di Zoccola sul pontone di Rua Catalana, stampa inizi del sec. XVII. Forse l'immagine più simile al Pulcinella del Calcese.

Andrea Ciuccio iniziò a recitare verso il 1615 alla Stanza di San Giorgio de' Genovesi  che «vide per la prima volta la luce della ribalta la maschera del Pulcinella, creata dal capuano Silvio Fiorillo».


con la compagnia di Antonio De Mase e Bartolomeo Zito,  ancora alle prime armi, con mansioni non precisate, ma certo di minimo rilievo. 

La prima notizia su di lui compare proprio in un documento del 1615, che registra la dissoluzione della compagnia di Carlo Fredi per la morte del capocomico.

Solo nel 1618 Ciuccio indossò per la prima volta la maschera di Pulcinella.

A scoprire Andrea fu Ambrogio Buonomo il quale vistolo recitare ed intuitone le superbe capacità ed il potenziale artistico divenne, prima suo affettuoso maestro e poi impareggiabile collaboratore rivestendo magistralmente i panni di "Coviello". 

Nel novembre dello stesso 1615 i comici della Stanza di S. Giorgio recitarono in quella della porta della Calce.

Scrive il Prota-Giurleo 

«L’esistenza di questo teatrino (stanza della porta della pace) è una di quelle sorprese che dovevamo aspettarci, perché non era possibile che proprio a “basso Porto” non ci fosse stato, sin dal seicento, un albergo per Pulcinella». Non sono rimasti, su questo teatrino, che due soli documenti, entrambi risalenti al 1615; mentre sappiamo che proprietario della “stanza” era il ben noto Andrea della Valle, il quale, nello stesso 1615, l’aveva data in affitto ad Agostino Velasquez, detto el Picaro. 
Dunque, il primo documento di cui si diceva, si riferisce alla compagnia del de Mase, che recitò, in quella “stanza”, da Maggio 1615 per passare poi a recitare, per altri due mesi, alla Duchesca. Il secondo documento riguarda, invece, la compagnia Castiglione-Fiorillo, rifugiatasi alla “Porta della Calce” quando alla “stanza” di San Giorgio furono apposti i suggelli per la morte di Luzio. Cosa, invece, sia avvenuto in seguito di questo teatro, lo si ignora.

Il Calcese  seguì i comici anche nella nuova compagnia ricostituita di lì a poco da Natale Consalvo, genero del Fredi, per passare però nel carnevale del 1616 nella compagnia di Andrea Della Valle che recitava nella Stanza della Duchessa (distrutta nel 1926 per far posto ad una chiesa), in concorrenza con quella di S. Giorgio, dove mieteva strepitosi successi il celebre Cecchini.
Per contrastare questi successi il Della Valle, spalleggiato dal Calcese, inviò a Roma un altro attore, Aniello Testa, per scritturare comici capaci di rivaleggiare col Cecchini, ma senza risultato. Ritornò con il Consalvo alla Stanza di S. Giorgio nel 1618 e vi assunse definitivamente la maschera di Pulcinella
Nel novembre di quell'anno fu chiamato nella compagnia del Cecchini che inaugurò il 4 il nuovo teatro, la Stanza di S. Giovanni dei Fiorentini.
L'anno successivo, il 1619, fu quello decisivo per la carriera del Calcese. che entrò in coppia con il celebre Coviello, Ambrogio Buonomo, di lui più anziano, che era stato già suo compagno e maestro nelle compagnie del Fredi e del Consalvo. Scritturati da Antonio de Melo, restarono nel teatro dei Fiorentini anche nel 1620 e 1621 con le nuove compagnie di Sancho de Paz e poi di Francisco de León. 
Dopo un oscuro intervallo di alcuni anni, la coppia ricompare a Napoli nel 1625 in una compagnia improvvisata con elementi locali. Nell'ottobre del 027 il Calcese, sempre insieme con il Buonomo, tornò col de Paz che recitava ora nella Stanza di S. Bartolomeo e con lui restò a lungo, fino a data imprecisata. A differenza del Buonomo, il C. lo seguì a Roma nel 1629, ma la coppia dovette ricostituirsi subito dopo a Napoli, dove il Calcese rientrò di lì a poco. In coppia col Buonomo ricompare, dopo un lungo periodo non documentato, nella stagione 1642-1643 nella compagnia di Roque de Figueroa che recitava nella Stanza di S. Bartolomeo.

 




Morto il Buonomo nel 1642, il C. recitò ancora al S. Bartolomeo con una compagnia di comici non identificata. Morì a Napoli nel corso della peste del 1656. Noto come secondo zanni in coppia col Buonomo, il Calcese fu uno dei più famosi Pulcinella napoletani e colse i suoi maggiori successi negli intermezzi nei quali usava profondere le sue notevoli risorse di una comicità elementare ma efficace.

(enciclopedia treccani)

Il Calcese morì a Napoli nel corso della peste del 1656.e gli seguirono, (Francesco) Ciccio Baldi poi i suoi allievi Mattia Barra e Michelangelo Fracanzano. Quest'ultimo ebbe dal Baldi la maschera che era appartenuta al Ciuccio.


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