Sole, Luna e Talia - Magia e misteri a Napoli
Sole, Luna e Talia - Magia e misteri a Napoli è un altro interessante libro della mia collezione che, letteralmente, adoro. Oggi scopro che qualcuno su ebay qualcuno lo tiene in vendita anche a 60 euro... ma io, a suo tempo, non ricordo a quanto lo pagai: lo trovai su una bancarella.
Sempre in rete scopro ora che il libro veniva venduto con una tavola stampata in litografia.
L'AUTORE
Palmieri, Francesco
immagine dal blog http://www.angiecafiero.it/
Palmieri è nato a Napoli nel 1962. Giornalista professionista dal 1988, cronista di nera al "Giornale di Napoli" poi a "Paese Sera", dal 1992 è all'AGI (Agenzia Giornalistica Italia), dove è caposervizio della redazione Economia e coordinatore del portale Cina.
Ha pubblicato Il libro napoletano dei morti (Mondadori 2012), e i saggi Sole, Luna e Talia. Magia e misteri a Napoli (Società editrice napoletana 1984) e Vite pericolose. Uomini e fantasmi delle arti marziali (Settimo Sigillo 2009). Maestro di Kung Fu e cultore di musica e pittura napoletana, vive a Roma dal 1987.
IL LIBRO
Nella sua storia di misteri e leggende, Napoli è stata sempre dominata dai richiami dell'abisso, dal contatto col mondo tellurico, dal senso della morte intesa come ritorno della Gran Madre e tappa indispensabile per la rinascita. (...) Questo libro è una guida affascinante che parte dalle origini magiche della città, sorta sul sepolcro della vergine Partenope, e che da questa origine fa nascere il culto per le reliquie, che si sviluppa con le leggende legate all'acqua, dal coccodrillo del Maschio Angioino alla festa di San Giovanni Battista, con la personalità inquetante di Virgilio e con la fiaba di Patrizia, Vergine sacra. La presenza degli inferi, il diavolo e gli esorcismi, le creature dell'ombra e le catacombe, il "munaciello" evidenziano ancora il rapporto che lega la città all'Oltretomba, a quel misto di religiosità, magia e mito che si concretizza nel prodigio del sangue di San Gennaro e di tutti gli altri santi il cui sangui, periodicamente e misteriosamente, si liquefa. Nell'appendice viene infine trattato da Corrado Rota il tema astralogico della città e viene riportato uno studio di Clara Miccinelli sulla figura magica e misteriosa di Raimondo de Sangro, principe di Sansevero.
(dalla quarta di copertina del libro)
E Pulcinella? Che c'entra?
Pulcinella c'entra dovunque a Napoli. Specialmente se parliamo di misteri e di magia. Secondo una leggenda Pulcinella sarebbe nato dalla testa rotta di Talia. Thalìa era una delle grandi muse, figlie di Zeus e Mnemosine: colei che presiede alla commedia sulla mitologia greca, raffigurata come una ragazza dall'aria allegra, che porta una corona di edera sul capo e tiene una maschera in mano. (Ma la Talia a cui si riferisce il titolo del libro, come vedremo è un altra).
Si parla di Pulcinella nel capitolo "dov'è l'inferno"
emblema per antonomasia è il Pulcinella, che racchiude le più marcate valenze demoniache. È la creatura che sale dalle fiamme e si esibisce, ma è pure l'uomo che quelle fiamme esorcizza. (...) egli è il punto di fusione del Male totale con il totale esorcismo del Male.
Si parla di Pulcinella nel capitolo"il Pulcinella assassino":
in particolari momenti quali il Carnevale, il Pulcinella può dare libero sfogo all'omicidio e al furore diabolico, e chi veste i suoi panni si trasforma per il breve spazio di un minuto, in giustiziere delirante e inconsapevole
Di Pulcinella, infine, si intravede l'ombra anche nel capitolo in cui si parla del Dio Mitra, importantissima divinità dell'induismo e della religione persiana ed anche un dio ellenistico e romano, che fu adorata nelle religioni misteriche dal I secolo a.C. al V secolo d.C. fino al Dio Mitra dei Veda e dello zoroastrismo.
Con il biondo fanciullo persiano Pulcinella condivide il tipo di berretto (avete letto il mio post sul cappello di Pulcinella vero?)
Ma le analogie tra Mitra e Pulcinella qui sono vagamente soffiate... in un post futuro ne parleremo meglio.
Recensione
Il libro, la mia edizione è del 1984, è edito dalla Società Editrice Napoletana. È composto di circa 103 pagine di cui circa una ventina, al centro del libro stampate su carta lucida, illustrate con immagini di santi, madonne e un Mitra (non l'arma eh!).
La lettura è piacevole ed illuminante. Questo libro, insieme ad altri del genere (vedi "leggende napoletane" di Matilde Serao) raccontano una Napoli esoterica, piena di magia e di leggende fantastiche che non possono non affascinar anche i più scettici per la loro fantastica collocazione. Addirittura ho trovato questo testo consigliato nella bibliografia di un sito di stregoneria, da leggere insieme al Malleus Maleficarum e alla guida delle streghe in Italia.
La Talia di cui si parla nel titolo
Sole, Luna e Talia è una fiaba scritta dal Giuglianese Giambattista Basile nel 1634 contenuta nel Pentamerone. Il racconto di Basile (1634) può dirsi alla base delle moderne versioni che hanno dato origine alla fiaba La bella addormentata così come la conosciamo, inclusa la versione di Perrault, che è del 1697. Nella fiaba di Basile, la cui origine può essere ricondotta al Perceforest, romanzo anonimo del XIV secolo, non è un principe a svegliare la principessa addormentata nel castello bensì un re; il risveglio, inoltre, non avviene per mezzo di un bacio ma di uno stupro ai danni della ragazza addormentata. Il re, inoltre, nella versione di Basile è sposato ad un'altra donna. Dopo lo stupro, abbandona il castello incantato per tornare nel suo regno. Questa fiaba si può definire una "fiaba in senso stretto", contiene riferimenti diretti alla deflorazione, allo stupro, all'infedeltà coniugale e altri temi adatti al pubblico di aristocratici adulti cui si rivolgeva lo scrittore napoletano.
(wikipedia)
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