Mentana contro Pulcinella. Ma è veramente così?

ENRICO MENTANA VS PULCINELLA

Pulcinella vestito da Enrico Mentana



ANTEFATTO:

Riporto per intero un articolo apparso sul sito "il Napolista" scaturito da una discussione tra Mentana e il telecronista tifoso del Napoli Auriemma. 



È un episodio accaduto nel 2015 (ma io l'ho scovato adesso) Il Napoli battendo l'Inter balzò al primo posto nella classifica di serie A ma, come al solito, sulla partita ci furono i soliti dubbi che l'arbitro non fosse proprio... a favore della squadra azzurra.
 In collegamento diretto con gli studi di Tiki Taka, programma sportivo condotto da Pierluigi Pardo su Italia Uno, il giornalista sportivo partenopeo Raffaele Auriemma difese a spada tratta il primato del suo Napoli dagli attacchi di Mentana, Cruciani e Ferrero e da Mentana si beccò un bel "stai calmo Pulcinella".








L'OPINIONE DI FRANCESCO PALMIERI:

Qui, riporto quasi per intero la colta risposta di Francesco Palmieri (avete letto l'articolo sul suo libro Sole, Luna è Talia vero?) dal sito il Napolista.it




Auriemma! Mi meraviglio di te. Sei o non sei un napoletano vero? Allora come puoi offenderti se un Mentana, quando giochi con lui in quei teatrini delle marionette che sono i talk showcalcistici, ti chiama “Pulcinella”? È come se minacciassi querela a Coviello o a un’altra specie di carattere che al momento impersona un ruolo nel bar, sulle tavole di una farsa al San Carlino o all’Opéra comique. Soltanto i sommi, come il Biscardi e il Mughini, sono riusciti a imporre se stessi come maschera, per cui non si direbbe mai al Giampiero “stai buono, Pulcinella”, ma “stai buono, Mughini”. Per gli altri come te o Mentana e magari come me, che siamo meno riusciti, bisogna ancora riferirsi a qualche maschera tradizionale. Perciò tu invece che “cafone” dovevi ribattergli, che so, “Arlecchino”.

Auriemma caro, tu non sei un vero Pulcinella. È evidente. Il Pulcinella vero, che si fece voce dialettica o satirica per gente come Fielding, Swift e Voltaire, che fu “imparato” nell’inglese e nel francese per la lunga dimestichezza con giornali gloriosi quali il Punch e Le Charivari, che fu corteggiato da Nabokov e Stravinskij, non si sarebbe mai offeso di essere chiamato per nome. 
E poi da chi: mica da un enciclopedista o da un filosofo. Bensì con tutto il rispetto da un Mentana qualsiasi, il quale come molti nati a Milano da padre calabrese la prima cosa che fece fu forse milanesizzarsi, trascurando certe complesse espressioni culturali della “nazione” in cui la sua famiglia ebbe radice. Altrimenti come avrebbe potuto onorare te, con tutto il rispetto, di un appellativo così magnificente?

Essere Pulcinella, per chi ne abbia a mente le struggenti o lievi imprese raffigurate da Giambattista e Domenico Tiepolo, che ispirarono persino Goya nella drammatica tela della Fucilazione; essere Pulcinella, per chi abbia letto certe pagine di Benedetto Croce; essere Pulcinella, per chi abbia conosciuto il teatro quanto una madame de Graffigny… Essere Pulcinella non è cosa da tutti. Al massimo lo si può temporaneamente impersonare. Con la sòla nera che copre mezza faccia, col cuppulone bianco. Ma né tu né io, caro Auriemma, né – figuriamoci – Mentana saremmo all’altezza. I tempi sono cambiati.

Ce lo cantò Pino Daniele, che Pulcinella ormai s’è tolta quella maschera nera. Molto prima di lui l’aveva scritto Ferdinando Russo (che ha scritto un sacco di cose prima degli altri): “Straccia cammisa janca e cuppulone!/ Scamazza ‘a mascarella e passa llà!”

Lo volle far morire Scarpetta, lo volle far morire Eduardo. Ma la verità è che Pulcinella è come l’amore, come la morte e come la verità: è diverso per ciascuno e per ciascuno è unico. 

Per me, dovessi dire, è Fleba il fenicio della Terra desolata di T.S. Eliot, solo che a spolparlo è il mare di Napoli dove nun ce stanno taverne. È anche un quadro di Domenico Purificato che s’intitola La morte di Pulcinella all’assedio di Gaeta,
Domenico Purificato


perché con l’annessione del Regno al Piemonte muore con lui una parte di noi e non per fare i nostalgici ma vedi, Auriemma benedetto, come certe cose tornino sempre. 

Quando l’ammiraglio Persano inetto e fanfarone bombardava i bastioni della fortezza, i marinai di re Francesco (tra cui chissà, forse pure alcuni calabresi, caro Mentana) decisero di festeggiare ugualmente il Carnevale e morirono vestiti in maschera, col volto infarinato, lanciando palle di cannone e pernacchi all’indirizzo del vanaglorioso assediante. Perché in fondo il coraggio dei napoletani quest’è: uno sberleffo alla morte. Non un banzai! È una certa idea della festa dopo una partita o per una partita di calcio. Alla maniera di Pulcinella? Può darsi, anzi dico magari. Perché vorrebbe dire che tu, caro Auriemma, che io (e l’interista Mentana interroghi gli avi suoi), non siamo veramente morti a Gaeta. Vorrebbe dire che un po’ siamo ancora qua. Ti pare niente? Perciò accetta i migliori, fraterni complimenti dal tuo pulcinellesco collega

Francesco Palmieri

L'OPINIONE DI ANGELO IANNELLI:


Angelo Iannelli è un attore che spesso indossa i panni di Pulcinella per il teatro stabile San Carlino di Lucia Oreto e di cui non mancheremo certamente di citare in una prossima pagina. Per adesso mi limiterò a riportare una sua "reazione" alla querelle tratta dal sito  La RAMPA.it (qui l'articolo completo)


"Vorrei chiedere ad Enrico Mentana che cosa ha contro Pulcinella?. E perchè ha questo disprezzo per la maschera più importante al mondo? La maschera eterna, che rappresenta il pianto, il risola sofferenza, l'amore, il riscatto di un popolo che spera in un domani migliore (...) 

 Perchè parla a vuoto Enrico Mentana, offendendo me, che interpreto Pulcinella! Si informi prima di offendere un ottimo giornalista serio e garbato e l'intera città di Napoli, colpevole di aver vinto una partita decisiva e di essere balzata al primo posto in classifica. 

 (...) Da buon napoletano potrei dire a tutti coloro che offendono Pulcinella: Perepè! Perepè! Perepè!... che è il modi di Pulcinella di ironizzare coloro che si credono "intellettuali". 

Spero, Enrico Mentana che lei chieda scusa al giornalista Raffaele Auriemma e a tutti i napoletani e la invito a vedere uno spettacolo di Pulcinella e a rileggere la sua storia.

LA RETTIFICA DI MENTANA


Sul sito  SoldatoInnamorato.it  seguì la rettifica di Mentana: 
«Mi riferivo a Raffaele Auriemma, non a tutti i napoletani e trovo assurdo che si sia scatenata tutta questa polemica sui social network» e poi aggiunge «Ma no! Semmai deluso. Trovo incredibile che per una parola possa scatenarsi tutto questo. E pensare che un anno e mezzo fa diventai il paladino dei napoletani perché difesi Napoli per delle affermazioni del ministro Alfano. 

E’ una distorsione che a volte generano i social network, ma trovo assurdo che proprio io possa passare per anti-napoletano (...) Ribadisco solo che se io do del “fesso” a qualcuno, magari napoletano, l’ho detto alla persona. 

Poi che la persona sia napoletana, milanese, francese o siciliana è del tutto secondario. Non capisco perché i napoletani possano essersi sentiti offesi».

CHE NE PENSO IO

È vero che i media ultimamente sembrano coesi nella pratica del cosiddetto SPUTTANAPOLI ma, haimè, non possiamo negare che noi napoletani... (forse proprio a causa di questa "pressione") ... siamo diventati un poco troppo "sensibili".

Spiando alcune gruppi su facebook non ci si può non meravigliare delle numerosissime pagine anti-napoletane che spesso mettono in giro anche dei meme... (alle volte anche divertenti) decisamente razzisti contro la città partenopea.

Ne posto alcuni, ed imploro il vero napoletano di dimostrare di non prendersela, di essere ancora quell'ironico sbeffeggiatore che ha sfottuto perfino Hitler durante la sua visita napoletana (l'aneddoto qui)




















... ed ecco alcuni nomi di pagine FACEBOOK antinapoletane  alcune chiuse ed altre ancora aperte: 
Napoletani popolo indegno e incivile

Aboliamo il piagnisteo napoletano

Sparare ai Napoletani

Napoletani infami e spie
Gli "autoironici" e assolutamente "non" permalosi napoletani
Poteva accadere ovunque... e invece...
E dei cori di insulti allo stadio che consigliano all'amico vesuvio di incenerire, o meglio di lavare con il fuoco questo grande popoli che, a detta loro, non userebbe quella conquista della scienza che si chiama sapone? Proprio noi... che, come leggiamo da questo interessantissimo articolo di ANGELO FORGIONE, vendevamo e scambiavamo il sapone già dal 400, che tanto piacque a Miguel Cervantes che lo descrisse "pregiato e profumato"... in una città che è “gloria d’Italia e ancor del mondo lustro”, nel suo Don Chisciotte della Mancha 






Però... a pensarci bene... forse un poco di suscettibilità, anni e anni di continuo mobbing mediatico, unito ai normali problemi di una grande metropoli... ci stà. O no?

PERO'... MO' BBASTA!!!! BASTA. AVETE CAPITO O NO?


Basta non lo dico ai polentoni, agli sfottitori, agli inventori, ai memisti, ai sputtanatoristi... ma al fiero popolo napoletano.
Guagliù, ci siamo rialzati dopo gli assalti dei Turchi, degli spagnoli, dei Francesi, spesso battiamo pure la Juve... e non sappiamo reagire con la nostra migliore arma che è il sorriso beffardo a qualche striscione o a qualche frase detta così, senza neanche un vero intento offensivo?

Invito allora i miei compaesani a recuperare quella flemma tipica del nostro popolo, la forza, la socievolezza, la buona furbizia, l'ironia, la resilienza.
Noi, come dice Bellavista, " siamo epicurei, noi ci accontentiamo di poco..." perchè "chi si accontenta gode" (cit. Ligabue). 
Siamo Epicurei perchè da sempre "perseguiamo come ideale di vita l'equilibrio interiore, il godimento del piacere, la libertà dal timore degli dei e della morte.".
Questo continuo stare sulla difensiva ci sta intossicando l'anima, che è la cosa più preziosa per un napoletano, insieme al cuore.
E se così accade... "vincono loro"!
Voi sorridete, alzate le spalle e pensate sempre Bellavista... che ci parlò dicendo: "si è sempre meridionali di qualcuno".

Pulcinella, che in questo momento sta pensando "ma chi se ne fotte", (ve lo assicuro io) non si offenderebbe sghignazzerebbe pensando alla favoletta della volpe e dell'uva. 

Si, perchè qui si sta facendo un processo alle intenzioni: Mentana avrebbe nominato Pulcinella... perchè voleva sottintendere che Pulcinella è un personaggio negativo e quindi di riflesso... chi si sente chiamato Pulcinella diventa esso stesso ugualmente negativo... di conseguenza ecc... 

Io penso che in quel caso si stava solo parlando di calcio... con la tipica leggera violenza verbale che il tifo produce. 
Forse se Auriemma non si fosse concentrato troppo sulla presunta inguria... avrebbe potuto controbattere con la tipica arguzia napoletana "Sient'chi parla! Stu Meneghino cu 'e llente!" e tutto sarebbe finito "a tarallucci e vino... come quando si rideva  quando Jerry Calà nel film "Sapore di Sale" diceva, senza cattiveria, al napoletano Paolo "uè... ha parlato il mago di Napoli". 


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