Titina De Filippo
Dei tre fratelli Titina è quella nata per prima. Figlia naturale, così come Eduardo e Peppino, del grande Eduardo scarpetta, a Napoli nel luglio del 1898.
Irripetibile attrice e autrice teatrale, Titina De Filippo capace di tenere testa ai due fratelli Eduardo e Peppino, recitò anche con Totò e Nino Taranto.
Titina, vero nome Annunziata, tentò la strada della sceneggiata e raggiunse il successo a trentun anni quando recitò, nella stagione 1929-1930 accanto a Totò. Nel 1931 fondò insieme ai due fratelli il Teatro Umoristico I De Filippo che debuttò il 25 dicembre con la commedia Natale in casa Cupiello, scritta da Eduardo.
Da allora li seguì ininterrottamente, costituendo una parte decisiva nei loro successi e distaccandosene momentaneamente soltanto nel 1939 quando apparve insieme a Nino Taranto nella rivista Finalmente un imbecille di Nelli e Mangini.
Nel 1937 debuttò nel cinema, assieme ai due fratelli poi tornò alla rivista.
Nel 1945, quando Eduardo e Peppino si divisero per via di contrasti e insofferenze, Titina rimase insieme al primo che formò con lei la Compagnia di Eduardo e dove conobbe autentici trionfi con Napoli milionaria! (1945), Filumena Marturano (1946), scritta appositamente per lei, e Questi fantasmi! (1947).
Nel 1946, però, un grave affanno cardiaco iniziò a manifestarsi, fino a farle accusare un grave malessere a Genova, nel corso di un'interpretazione della Filumena del dicembre 1948[6], che non le impedì tuttavia di portare a termine la recita.
La sua ultima apparizione cinematografica nel film Ferdinando I° re di Napoli del 1959 in cui recita insieme ai fratelli Eduardo e Peppino per la prima e ultima volta insieme dopo la separazione del 1945.
Da tempo sofferente di una malattia al cuore, si ritirò definitivamente nel 1959. Morì a a sessantacinque anni, nel 1963
Titina Pittrice
Nel 1948 durante una delle repliche, una forte bronchite ed un collasso mettono a repentaglio la sua vita; è stenosi mitralica: «un collasso dovuto a debolezza generale
Titina decise di ritirarsi dalle scene per dedicarsi alla pittura e al cinema, come caratterista, sceneggiatrice e dialoghista, vincendo anche un Nastro d'argento per la migliore sceneggiatura di Due soldi di speranza (1952) diretto da Renato Castellani.
Titina inizia a dipingere, a creare quadri formati da pezzetti di carta colorata. Ricorda Luca De Filippo: «La vedevo creare i suoi bellissimi collages, ritagliare con attenzione quei pezzettini di carta colorata per dargli vita, con cura».
Da tempo sofferente di una malattia al cuore, si ritirò definitivamente nel 1959 (sarebbe stata costretta a rifiutare un invito di Vittorio De Sica per partecipare come guest-star al film Il giudizio universale del 1961). Subito dopo la sua morte, a sessantacinque anni, De Sica le dedicò il film Matrimonio all'italiana (1964), trasposizione di Filumena Marturano.
I disegni di Pulcinella
Dal suo libro: Le Ridicole Avventure Di Pulcinella Con Una Farsa Inedita Del San Carlino
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