Sergio Vitolo Pulcinella in Bella e perduta

 Pulcinella in Bella e perduta




 BELLA E PERDUTA di Pietro Marcello, scritto da Maurizio Braucci e Pietro Marcello, una produzione Avventurosa Film con Rai Cinema, è stato l’unico film italiano in Concorso 68° Festival del Film di Locarno.
Con il precedente La bocca del lupo (ambientato a Genova) il regista casertano aveva vinto nel 2009 il Torino film festival.

Il film  racconta la storia del pastore Tommaso Cestrone, che per tutta la vita ha curato (a spese sue)difeso da vandali e camorristi la Reggia di Carditello.




La real tenuta, voluta da Carlo di Borbone nel '700, a San Tammaro, provincia di Caserta, e consegnata dai Savoia nelle mani di un arrogante notabile di Casal di Principe, dal gennaio 2014 è tutelata dal Ministero dei Beni Culturali grazie all'impegno dell'ex ministro Massimo Bray che si è speso per salvarla al fianco di Tommaso Cestrone, morto per infarto la sera della vigilia di Natale e ricordato da tutti come “l’angelo custode” della Reggia.   

Tommaso Cestrone, uomo comune, volontario della Protezione civile di San Tammaro, custodiva volontariamente e gratuitamente da circa due anni, la Reggia di Carditello, la residenza di caccia dei Borbone, abbandonata prima all’incuria del tempo e dei saccheggiatori e poi messa all’asta. Aveva la sua azienda agricola di fronte alla Reggia e stufo dello stato di abbandono in cui versavano i giardini reali cominciò ad occuparsene ripulendoli dai rifiuti e facendo rivivere il loro splendore. 
Cestrone, nominato nel 2012 dal giudice del tribunale fallimentare custode giudiziario ausiliario della Reggia, si occupava della manutenzione ordinaria del parco, presidiando il sito anche di notte e dormendo in una roulotte. 

I suoi amici lo ricorderanno come “l’angelo di Carditello” perché il suo volontariato era pura passione che non si arrestò neanche di fronte a minacce, intimidazioni, incendio dell’auto e persino uccisione di alcune pecore da parte di speculatori interessati al mantenimento dello stato di degrado della Reggia. A Tommaso Cestrone è stata  anche assegnata una menzione speciale nell’ambito del premio nazionale “Don Giuseppe Diana” per la sua opera di custodia e di tutela della Reggia. 
(tratto dal sito: http://www.labsus.org/2014/01/la-reggia-borbonica-di-carditello-perde-il-suo-angelo/)  


Oggi, dopo ben undici aste giudiziarie andate deserte. Il ministero dell’Economia, attraverso la controllata Sga, ha acquisito il sito borbonico costruito a San Tammaro (Caserta) nel Settecento dall’architetto Francesco Collecini (allievo e collaboratore di Luigi Vanvitelli), aggiudicandosi l’asta tenuta questa mattina al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per la cifra di 11,5 milioni di euro. Nei prossimi giorni la Sga cederà la Reggia al ministero dei beni culturali e turismo sulla base di accordi già stipulati nei giorni scorsi. ”Adesso metteremo in piedi una fondazione a cui parteciperanno Stato, enti locali e mi piacerebbe anche il ministero dell’Istruzione”, annuncia il ministro Bray. Che sottolinea: ”vorrei fossero coinvolte le università del territorio e il ministero dell’Ambiente perché Carditello può essere uno straordinario osservatorio sull’ambiente“. 
(http://www.restoalsud.it/2014/01/lo-stato-finalmente-ha-riacquistato-la-reggia-di-carditello/)  

IL FILM

Nel film  "Bella e perduta", nato come documentario,  compare per l'ultima volta l'angelo di Carditello. 
A causa della sua morte il film si è di fatto si è arricchito di simboli e significati e si è trasformato in una fiaba contemporanea in cui Pulcinella, viene inviato dal paradiso, nella Campania dei giorni nostri, per esaudire le ultime volontà di Tommaso: mettere in salvo al nord un bufalo chiamato Sarchiapone destinato, in quanto maschio, al macello - per raccontare il divario sempre più drammatico che separa l'Italia dagli italiani. 




Osservando durante il loro viaggio le brutture della camorra, la brutalità dell'ignoranza e il disprezzo per il passato da un lato, lo splendore dei paesaggi e gli slanci individuali di ingegno umano dall'altro.  Il film è stato distribuito dall'Istituto Luce Cinecittà.

Dal nostro punto di vista, quello della "ricerca"del Pulcinella qui non ritroviamo Pulcinella ma uno dei possibili Pulcinella napoletani, a dimostrazione della versaltilità di questa maschera. 
Non c'è il costume, non c'è la voce stridula da gallina, non ci sono i gesti ballerini della tradizione ma c'è il pensiero profondo, la filosofia di un popolo che, fortunatamente, qui non viene usata in modo lagnosa e piagnucolosa. Meno male perchè da questo punto di vista il film sarebbe potuto essere (per la maschera) un vero disastro.

SERGIO VITOLO il Pulcinella

Sergio Vitolo, oltre che attore, è stato anche autore e scrittore conosciuto per  Il ladro (2003), Gomorra (2008) and La baracca (2005).
Qui Vitolo non indossa l'abito classico di Pulcinella: il camicione è una semplice maglietta bianca. La maschera, plasmata evidentemente sul volto dell'attore, presenta dei muscoli sopraccigliari molto accentuati. Gli occhi non sono quelli tipici, tondi, piccoli, ma lasciano scoperti l'intera orbita oculare. Il naso è aquilino ma estremamente lungo e a punta. L'unico elemento d'"ordinanza" è il coppolone di feltro duro.